Polla e dintorni

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Comune campano, in provincia di Salerno, con più di cinquemilatrecento abitanti. Sorge nel vallo di Diano, in una gola fra i Monti della Maddalena e gli Alburni, sul fiume Tanagro. Il comune è ai confini con la Basilicata. Fa parte del Parco del Cilento e Vallo di Diano. Polla è gemellata con Steinenbronn (Germania).

 

La visita di Polla inizia dalla frazione S. Pietro, così da ripercorrere la storia di questo insediamento dai tempi più antichi. Per raggiungere questa località, dall’uscita di Polla dell’autostrada A3 si prenda la SS19 seguendo le indicazioni per la cittadina. 

Giunti ad un incrocio con semaforo, si svolti a sinistra (in direzione opposta rispetto a Polla) e poi di nuovo a sinistra prendendo Via Garibaldi; la seconda traversa a destra di questa strada conduce alla Chiesa di S. Pietro. 

In corrispondenza di questo piccolo borgo si trovava il pagus forensis, un villaggio con una piazza forense, sorto in epoca romana all’imboccatura della valle come stazione stradale e centro di scambi lungo la via che da Reggio andava a Capua. L’esistenza del foro è attestata in una famosa epigrafe oggi murata presso la non lontana Taverna del Passo, ma che sappiamo giacere all’inizio del XVI secolo presso la chiesa omonima del borgo.

La localizzazione del foro è rafforzata dalla presenza di colonne ed altri materiali romani reimpiegati nella chiesa, nonché da una rampa di quattro gradini di età antica - scoperta in uno scavo compiuto nel 1955 di fronte all’edificio religioso - che ha fatto pensare alla presenza di un podio appartenente forse ad un tempio (Bracco 1962).

 

 Del villaggio, ricordato ancora in un’iscrizione del 323 d.C., si perdono le tracce nell’alto Medioevo, quando le invasioni che seguirono il crollo dell’Impero Romano ne resero difficile la vita, determinandone forse l’abbandono.

L’insediamento si sarebbe ripreso più tardi, quando sul sito romano sorse un monastero dedicato a S. Pietro, attestato per la prima volta in un documento del 1086 (in cui viene donato da Asclettino conte di Sicignano all’Abbazia di Cava dei Tirreni).

La Chiesa di S. Pietro 1 presenta, nelle absidi rettangolari poste alla fine delle tre navate, i resti di un ciclo pittorico trecentesco emerso in seguito a recenti restauri ed appartenente ad una maestranza formatasi a Napoli nell’ambito della cultura giottesca. Tali decorazioni pongono l’edificio su un piano diverso rispetto ad una qualsiasi chiesa rurale, tanto che ne è stata ipotizzata la funzione di monastero di famiglia dei signori di Polla, che ne furono forse i fondatori ed a cui rimasero legati anche dopo la sua donazione all’Abbazia di Cava.

S. Pietro, al pari dell’insediamento romano, fu soggetto ad un alterno destino: la via Reggio-Capua che lo lambiva portò nei momenti di pace contatti e cultura; nei momenti critici scorrerie e devastazioni, che distrussero più volte il borgo fino al suo abbandono nel ‘500, durato più di due secoli. 

Riprendendo Via Garibaldi a sinistra e percorrendola per poco più di 500 m si raggiunge la Taverna del Passo 2 presso la quale in un cippo moderno è murata l’antica epigrafe sopra menzionata detta Elogio di Polla ( Percorrendo l’Antica via Popilia-Annia).

La taverna dal bel cortile interno in cui un tempo si trovava la fontana oggi di fronte all’ingresso, fu voluta nel ‘600 dall’Universitas di Polla - ovvero dal Comune insieme al feudatario Camillo Villano - come luogo di sosta e di ristoro, ove tenere una fiera settimanale, riprendendo in tal modo le funzioni esercitate dall’antico foro romano (Abbate 2003).S. Pietro, al pari dell’insediamento romano, fu soggetto ad un alterno destino: la via Reggio-Capua che lo lambiva portò nei momenti di pace contatti e cultura; nei momenti critici scorrerie e devastazioni, che distrussero più volte il borgo fino al suo abbandono nel ‘500, durato più di due secoli. 

Riprendendo Via Garibaldi a sinistra e percorrendola per poco più di 500 m si raggiunge la Taverna del Passo 2 presso la quale in un cippo moderno è murata l’antica epigrafe sopra menzionata detta Elogio di Polla ( Percorrendo l’Antica via Popilia-Annia).

La taverna dal bel cortile interno in cui un tempo si trovava la fontana oggi di fronte all’ingresso, fu voluta nel ‘600 dall’Universitas di Polla - ovvero dal Comune insieme al feudatario Camillo Villano - come luogo di sosta e di ristoro, ove tenere una fiera settimanale, riprendendo in tal modo le funzioni esercitate dall’antico foro romano (Abbate 2003).